Ridotta ad un’unica uscita mensile, la collana “I Classici del Giallo Mondadori” di questo mese (n. 1374) presenta una avventura di Nero Wolfe: Troppe donne di Rex Stout.
Apparso originariamente nel nostro Paese nel 1949, ne “I Libri Gialli” n. 68, forse già con la traduzione di Ida Omboni.
La scheda di Uruk:
1374. Troppe donne [Nero Wolfe 12] (Too Many Women, 1947) di Rex Stout [luglio 2015] Traduzione di Ida Omboni
– Inoltre contiene il racconto Senza amore, senza vita, di Alessandro Maurizi
La trama:
Un impiegato di una grossa società newyorchese è rimasto ucciso in un incidente stradale, il cui responsabile è fuggito. Quattro mesi dopo, all’interno dell’azienda qualcuno teme che si sia trattato di un delitto e assume Nero Wolfe per fare luce sull’episodio. Dato che occorrerà intervenire sul posto e il corpulento investigatore non ha la benché minima intenzione di lasciare il suo habitat naturale, chi meglio di Archie Goodwin potrebbe presentarsi negli uffici della Naylor Kerr con l’incarico fittizio di addetto al personale? A lui il lavoro di gambe, e al suo principale quello di cellule grigie. Il guaio è che la sede pullula letteralmente di donne, a centinaia, e non è detto che il valido tuttofare si prodigherà con esclusiva dedizione per il bene dell’indagine… Come sempre toccherà a Wolfe, fra una visita e l’altra nella sua adorata serra, sciogliere i nodi di una matassa inestricabile.
L’incipit:
Era la solita storia. A volte mi divertiva, a volte mi seccava, a volte mi dava un profondo senso di nausea, specialmente quando avevo dovuto subire Nero Wolfe un po’ più di quanto non fosse igienico.
Stavolta fu davvero piacevole, all’inizio, ma poi la cosa ebbe sviluppi addirittura detestabili. Il signor Jasper Pine, presidente della Naylor Kerr, voleva che Nero Wolfe andasse a trovarlo per parlare di un affare. Io gli spiegai pazientemente che Wolfe era troppo pigro, troppo grasso e soprattutto troppo superiore per lasciarsi convocare con tanta facilità. Il signor Pine telefonò di nuovo nel pomeriggio insistendo per parlare personalmente con Wolfe, e Wolfe lo mandò a farsi benedire senza tanti complimenti. Un’ora più tardi, dopo che Wolfe era già salito nella serra, tanto per passare il tempo chiamai il numero della Naylor Kerr. Ottenni la comunicazione diretta con Pine e gli chiesi perché non veniva lui da noi. Mi rispose seccamente:
— Ma voi chi siete?
Gli risposi che ero Archie Goodwin, cuore, fegato, polmoni e viscere dell’ufficio privato d’investigazioni di Nero Wolfe, dal momento che Wolfe fungeva esclusivamente da cervello. Pine mi chiese in tono sarcastico se per caso ero un genio anch’io, ma lo rassicurai: dopo tutto ero un tipo relativamente umano.
L’autore:
Rex Stout (1886-1975), statunitense, ha dato vita negli anni Trenta a uno dei più grandi investigatori nella storia del giallo, l’eccentrico e coltissimo Nero Wolfe. Insieme al suo assistente Archie Goodwin, uomo d’azione e amante delle donne quanto lui è misogino e inamovibile, Wolfe è il protagonista di una lunga serie di romanzi, caratterizzati da dialoghi brillantissimi e ottime trame, fonte inesauribile d’ispirazione per cinema e TV.
L.
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