Trovato su bancarella questo numero della intrigante collana settimanale “I Gialli del Secolo“, diretta da Ugo Lo Cascio per la romana Edizioni Gialli del Secolo.
Il romanzo è davvero americano, non la solita opera italiana “sotto copertura”.
La scheda di Uruk:
226. L’osso del collo (Nine More Lives, o The Blonde Body, 1947) di Michael Morgan [15 luglio 1956] Traduzione di Gianna Tornabuoni
La trama:
Questa è la storia di Bill Ryan, che negli Studi di Hollywood da quindici anni fa la controfigura di un così detto «grande attore». Ma il grande attore in realtà è lui… A lui toccano le scene più difficili e spericolate, in cui qualche volta è in giuoco la vita stessa. Un brutto giorno, un amico di Chicago, Charley House, gli manda una ragazza spuntata dal nulla… una ragazza che pretende di esser presentata al personaggio più in vista e più potente del cinema. Il perché non vuol dirlo: non si tratta di far carriera, sono ragioni personali, dice lei, che la spingono a un incontro con il Grande Herbert Fultz…
Ha inizio, così, una catena di avvenimenti davvero sensazionali, in cui il povero Bill perde la tranquillità, trova una bionda, e quasi ci rimette il posto e la vita.
Brillante, singolare, divertente, questo «giallo» oltre che un ottimo poliziesco, svela alcuni lati pochissimo noti dell’esistenza che si svolge negli Studi di Hollywood: le debolezze dei grandi attori, i capricci dei direttori, la silenziosa, umile abnegazione delle controfigure…
L’incipit:
La voce al telefono era argentina e fresca come una doccia fredda in un pomeriggio di agosto. Mi chiese: — Parla Bill Ryan? — Risposi di sì, e la voce disse : — Sono Florence Giles.
— Florence Giles? — Quel nome non mi diceva niente.
— Non vi ha scritto Charley House da Chicago?
— Oh, quella Florence! Certo, certo, certo. E come se mi ha scritto!
Dunque, era la bionda di cui Charley mi aveva parlato! Charley non è tipo da raccontar frottole a un amico, o dargli una grossa seccatura, una seccatura pericolosa, specie se l’amico è un attore specializzato che rischia la pelle ogni volta che s’incomincia a girare un film. Anche Charley faceva questo mestiere prima dell’incidente.
Charley era stato vittima della trascuratezza di un idiota che aveva legato male una delle corde che reggevano la rete. Charley doveva spiccare un salto formidabile dalla cima di un albero, e sotto, si capisce, c’era la rete a impedire che cadesse malamente; ma la corda aveva slittato e Charley era caduto fuori della rete, con il risultato che adesso si portava dietro una gamba più corta.
L.
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