Approfitto dell’omaggio a Die Hard del blog La Bara Volante per presentare il romanzo da cui è molto liberamente tratto il film.
Apparso in Italia nel 1981, come numero 1698 della collana “Il Giallo Mondadori” e con il titolo Nulla è eterno, Joe, questo libro è stato recuperato da Andrea Carlo Cappi per la sua collana “I Bestseller del Crimine” (Sonzogno).
La scheda di Uruk:
Nulla è eterno [Joe Leland 2] (Nothing Lasts Forever, 1979) di Roderick Thorp [maggio 2004] Traduzione di Monica Mazzanti
La trama:
In un grattacielo di Los Angeles la compagnia petrolifera Klaxon celebra la vigilia di Natale e l’affare del secolo. Ma un commando selezionato di terroristi europei ha scelto questo preciso momento per occupare l’edificio e prendere in ostaggio manager e dipendenti. Il vero obiettivo: la cassaforte della società. Niente e nessuno può opporsi ai terroristi, eccetto l’uomo giusto nel luogo sbagliato. Joe Leland, poliziotto newyorkese con molte macchie e molte paure, è deciso a fermarli a ogni costo, perché tra gli ostaggi c’è sua figlia.
Un romanzo mozzafiato che ha rivoluzionato le regole del thriller, da cui il regista John McTiernan ha tratto il film Die Hard. Trappola di cristallo con Bruce Willis.
L’incipit della Prefazione di Stefano Di Marino:
Cinema e letteratura sono sempre stati strani compagni di letto. Il primo ha sempre attinto con fortuna dalla seconda, ma spesso ha lasciato con la bocca amara quei lettori che, sulle pagine, avevano già immaginato il “loro” film e pretendevano di ritrovarlo nella pellicola concepita da un altro. La seconda ha sfruttato il primo in quella forma di narrativa nota come tie-in, generalmente una pedissequa riproposta del film ma senza gli effetti speciali, come a dire la pasta senza il sugo. Qualche eccezione c’è stata, ma solo nel caso di una scrittura affidata a un narratore vero e non a un semplice esecutore. (Due esempi? Target scuola omicidi di Arthur Penn, ampliato e migliorato da Stephen Hunter e 007 Il domani non muore mai, scritto da Raymond Benson, che aggiunse tutta l’indagine svolta dal personaggio di Wei Lin, assente ingiustificata nel film di Spottiswoode.)
Di certo Roderick Thorp non immaginava, scrivendo la serie di avventure dell’attempato poliziotto Joe Leland, che i suoi libri sarebbero finiti sul grande schermo. Per la verità la prima apparizione di Leland, interpretato da Frank Sinatra, era più aderente al modello letterario ma non suscitò grande clamore (domanda al lettore: chi ne ricorda il titolo?). Su Nulla è eterno, pubblicato anche in Italia senza troppo scalpore, non si potevano certo fare pronostici esaltanti. Leland era ormai anziano e, pur coinvolto in una vicenda ricca di suspense, ne era protagonista crepuscolare, letterario quasi, ma forse poco appetibile per il successo sul grande schermo, soprattutto negli anni Ottanta, l’era di Stallone e Schwarzenegger, dominata da un supereroismo che imponeva finali trionfanti. Invece il diavolo (lo sceneggiatore Steven De Souza) ci mise la coda e non solo ne ricavò un film di grande successo, che lanciò un regista e un attore diventati in seguito sinonimi d’azione travolgente, ma tracciò un solco nel quale, per almeno dieci anni, sono passate tutte le pellicole d’azione che abbiamo visto.
L’incipit del romanzo:
“Quello che non capisco”, urlò il tassista coprendo il rumore dei tergicristalli, “è che cosa passi nella mente di una persona quando mutila qualcuno a quel modo.”
Mentre guardava indietro nell’enfasi del discorso, l’auto familiare bianca che si trovava una decina di metri davanti a loro frenò bruscamente, sbandò sul nevischio, e la parte posteriore si innalzò come fosse una balena. Il passeggero del taxi, Joseph Leland, che stava pensando a tutt’altro, preso alla sprovvista, alzò le mani per ripararsi; l’autista reagì schiacciando a fondo il pedale del freno e sterzando. Il taxi si impiantò e ruotò lentamente sul suo asse verticale, andando a sbattere di lato contro la familiare. Il lato destro della fronte di Leland colpi lo stipite della portiera e cominciò a sanguinare. Si tenne saldo temendo un altro tamponamento con la macchina dietro, ma non accadde nulla.
“Merda!” gridò l’autista picchiando sul volante. “Merda!”
“Tutto a posto?” gli chiese Leland.
“Sì!” Poi vide Leland. “Ah, dannazione!”
“Non si preoccupi.” Sul fazzoletto di Leland c’era una macchia irregolare di sangue della grandezza di un francobollo.
L’autore:
Roderick Mayne Thorp jr. (1936-1999), detective privato, romanziere e docente di scrittura creativa, ha esordito trentenne col romanzo The Detective, da cui il regista Gordon Douglas trasse il film Inchiesta pericolosa, con Frank Sinatra nel ruolo di Joe Leland. Tra i romanzi di Thorp portati sullo schermo il più noto è proprio Nulla è eterno, da cui è nata la serie Die Hard.
L.
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Cassidy ha detto:
Bellissimo! 😀 Avrei sempre voluto leggerlo questo libro, chissà se in giro si trova ancora.
Ti ringrazio molto, ho messo il collegamento a questa pagina nel mio pezzo.
Per altro, avevo sentito parlare di “The Detective”, con Frank Sinatra nei panni di Joe Leland, purtroppo non sono mai riuscito a reperire il film, anche se mi farebbe molto strano vedere “The Voice” al posto di Bruce Willis, anche perché vederlo oggi sarebbe come guardare uno strano prequel di “Trappola di cristallo” 😉 Cheers!
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Lucius Etruscus ha detto:
In fondo anche Bruce cantava e faceva l’investigatore, quindi è molto “sinatroso” 😀
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Cassidy ha detto:
Vero, infatti ha fatto anche “Hudson Hawk” a mio avviso il film con cui ha (provato) a rendere omaggio al suo lato “sinatroso”, complimenti per il neologismo 😉 Cheers
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Lucius Etruscus ha detto:
Nei primi anni Novanta a mia cugina (fan malata di Bruce Willis) regalai un suo disco in vinile – “The Return of Bruno” – che trovai in offerta in un negozio di musica di Roma (tanto per dire quanto ben di Dio c’era una volta nei negozi di musica!) Chissà se ce l’ha ancora…
Non aveva chissà che voce, Bruce, però aveva un ottimo gusto nella scelta delle canzoni: io l’ho conosciuto quando negli anni Ottanta ha dedicato alla figlia la cover “Save the Last Dance for Me”: dovrei avere ancora il videoclip da qualche parte…
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Cassidy ha detto:
Le gioie che solo un negozio di musica può dare 😉 Bellissimo, spero davvero che lo abbia ancora quel dico 😉 Delle carriera di cantante di Bruce conosco poco o nulla, però qualcosa di suo avevo sentito. Forse era qualchosa legato alla sua carriera di comico, ma sto andando a memoria. Cheers!
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