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La Einaudi porta in Italia uno storico romanzo western del mito Elmore Leonard.

La scheda di Uruk:

Quaranta frustate meno una (Forty Lashes Less One, 1972) di Elmore Leonard [2017] Traduzione di Stefano Massaron

La trama:

Due criminali rinchiusi nella prigione di Yuma.
E una sola possibilità per salvare la pelle: dare la caccia ai banditi piú ricercati dell’Arizona.
La prigione di Yuma è un girone infernale, in particolare se hai la pelle scura. Per la legge, l’apache chiricahua Raymond San Carlos e l’ex soldato nero Harold Jackson sono assassini, condannati a marcire in carcere, a meno che qualcuno non gli tagli anzitempo la gola. Ma anche nel peggior posto sulla faccia della Terra si presenta a volte un barlume di speranza. Cinque criminali sanguinari sono evasi da Yuma: se Harold e Raymond riusciranno a consegnarli allo sceriffo, i due, prima nemici poi complici per necessità, potrebbero conquistare uno straccio di redenzione.
Dal capolavoro western di Leonard, una miniserie TV che sarà diretta da Quentin Tarantino.

L’incipit:

Il treno era in ritardo e arrivò a Yuma quando ormai era già buio. Il bigliettaio della stazione dovette telefonare su alla prigione per dire che avrebbero fatto meglio a mandare subito giù un mezzo di trasporto. Aveva tre persone che aspettavano un passaggio fino in cima alla collina: un uomo che non aveva mai visto e che diceva di essere il nuovo sovrintendente della prigione, e un altro, che il bigliettaio sapeva essere un vicesceriffo della contea di Pima, che aveva con sé un prigioniero in manette, un ragazzo di colore grande e grosso.
Chiunque fosse al telefono, su alla prigione, disse che avevano mandato un uomo due ore prima e che se il treno fosse stato in orario non ci sarebbe stato nessun problema. Il bigliettaio disse be’, i tre erano lì adesso, e qualcuno avrebbe fatto meglio a darsi una mossa con il trasporto, perché alla compagnia ferroviaria, la Southern Pacific, non piaceva avere in giro per le stazioni dei prigionieri, anche se il ragazzo era ammanettato ben bene.
Il poliziotto di Pima disse, che diavolo, non era mica una novità: ogni volta che consegnava un prigioniero doveva starsene lì seduto ad aspettare che quelli della prigione muovessero il culo. Domandò al ragazzone di colore se gli dispiaceva attendere seduto in una stazione ferroviaria bella calda, o se preferiva forse stare lassú, in una cella scavata nella pietra, con il vento che fischiava passando sopra il fiume. Il vicesceriffo di Pima disse qualcosa a proposito di come si sudava il giorno e si gelava la notte, ma il ragazzo di colore, che si chiamava Harold Jackson, sembrava non ascoltarlo.
Il nuovo sovrintendente della prigione – il nuovo, temporaneo sovrintendente della prigione – il signor Everett Manly, lo sentì. Annuì e si aggiustò gli occhiali dalla montatura dorata. Disse che sì, lui li conosceva, gli inverni dell’Arizona, avendo passato sette anni alla scuola della missione presso gli apache chiricahua. Il signor Manly si ascoltò parlare e gli sembrò tutto a posto. Suonava abbastanza naturale.
Sul treno, il signor Manly aveva scambiato qualche parola con il vicesceriffo, ma non aveva parlato al ragazzo di colore. Avrebbe potuto chiedergli come si chiamava e da dove veniva; avrebbe potuto chiedergli della sua condanna e dirgli che, se si fosse comportato bene, sarebbe stato trattato equamente. Avrebbe potuto domandargli se voleva pregare. Ma, con il vicesceriffo di Pima seduto accanto al ragazzo di colore – tutto il pomeriggio e tutta la sera sui sedili di vimini, sussultando e dondolando, guardando fuori il sole pallido di foschia sul deserto e le montagne marrone scuro in lontananza –, il signor Manly non era stato capace di farsi uscire dalla bocca le prime parole, di cominciare una conversazione. Non aveva paura del ragazzo di colore che, per quanto ne sapeva lui, poteva benissimo essere uno spietato omicida a sangue freddo. Era l’idea del vice che se ne stava lì ad ascoltarlo, a dargli fastidio.

L’autore:

Elmore Leonard (New Orleans, 1925 – Detroit, 2013) è stato il maestro indiscusso del crime novel contemporaneo, grazie a una produzione che conta piú di trenta romanzi e molti racconti. Ha saputo influenzare non solo una generazione di scrittori, ma anche di registi come i fratelli Coen, Quentin Tarantino e Steven Soderbergh. Si è inoltre affermato, fin dai primi anni Cinquanta, come uno dei piú importanti autori nel campo della letteratura western.
Di Elmore Leonard Einaudi Stile libero sta pubblicando da tempo, con successo costante, l’intera produzione, con opere quali Tishomingo Blues (2003), Il grande salto (2004), Mr Paradise (2005), Cat Chaser (2005), Quando le donne aprono le danze (2006), Hot Kid (2006), Freaky Deaky(2007), Killshot (2009), Su nella stanza di Honey (2009), la raccolta Tutti i racconti western (2008), Road dogs (2010), Out of Sight (2010), Lo sconosciuto n. 89 (2010), Gibuti (2012), Raylan (2013), Punch al rum (2014), Le storie di Carl Webster (2015) e Quaranta frustate meno una(2017).

L.

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