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Le brevi bancarelle di Natale 2017 mi hanno fruttato questo splendido numero d’annata della collana “Wallace Stories“, quando alla Garden Editoriale c’era ancora la direzione di Antonio Bellomi. (Che si stuferà delle infinite ristampe di Edgar Wallace e mollerà la casa qualche anno dopo.)

Questa antologia italiana raccoglie “quasi” due antologie: la prima, completa, è The Big Four, mentre la seconda, incompleta, è The Woman from the East.

La scheda di Uruk:

7. Il sindacato del crimine e altri racconti, di Edgar Wallace [gennaio 1992]
Il sindacato del crimine (The Big Four, 1929) Traduzione di Roberta Formenti
Vendetta dall’Oriente (The Woman from the East, dall’antologia “The Woman from the East”, 1934) Traduzione di M.C. Pietri
L’uomo che nessuno amava (The Man Who Nobody Loved, dall’antologia “The Woman from the East”, 1934) Traduzione di M.C. Pietri
Il regalo di Natale (The Xmas Gift, dall’antologia “The Woman from the East”, 1934) Traduzione di M.C. Pietri
L’uomo della notte (The Man of the Night, dall’antologia “The Woman from the East”, 1934) Traduzione di M.C. Pietri
La futura Lady Shelholme (The Future Lady Shelholme, dall’antologia “The Woman from the East”, 1934) Traduzione di M.C. Pietri
L’amore di Devil Hampton (The Love of Devil Hampton, dall’antologia “The Woman from the East”, 1934) Traduzione di M.C. Pietri
La cavalletta (The Hopper, dall’antologia “The Woman from the East”, 1934) Traduzione di M.C. Pietri
Jimmy e il krapfen (Jimmy and the Doughnut, da “The Novel Magazine”, gennaio 1922) Traduzione di M.C. Pietri
L’affare Chopham (The Chobham Affair, da “The Strand Magazine”, dicembre 1930) Traduzione di M.C. Pietri
I gioielli della corona (The Crown Jewels, dall’antologia “The Mixer”, 1927) Traduzione di Chiara Faglia
Inoltre contiene il saggio: Recensioni, di Antonio Bellomi

La trama:

Quattro sono l grandi bande criminali che imperversano in Europa, quattro bande organizzatissime che rendono la vita difficile a polizia, banche e compagnie d’assicurazioni. In questa serie di racconti l’investigatore Bob Brewer è un personaggio fuori dall’ordinario; non un detective classico di polizia, ma uno stipendiato dalle assicurazioni che non sopportano più di dover pagare indennizzi vertiginosi. Le sue indagini lo portano a Montecarlo in inverno, a Ostenda, Goodwood e Cowes in estate e nelle ricche abitazioni di campagna in autunno, dove cioè passa il suo tempo il “bel mondo” e dove sulle sue scie si avventurano i grandi squali del crimine.

L’incipit de “Il sindacato del crimine”:

In apparenza, Douglas Campbell era un uomo insulso sui quarantotto anni, alto e con le spalle larghe. Aveva un viso che le donne descrivono come corrucciato perché, anche se non era colpa sua, le sue sopracciglia si incontravano.
Come presidente e direttore generale delle Assicurazioni Federate, era giusto e adeguato che non avesse il minimo senso dell’umorismo. Era, come potevano testimoniare tutti coloro che lo avevano incontrato, un uomo serio e solenne che usava un linguaggio preciso ed era sempre molto cauto.
Una mattina di primavera era seduto alla sua scrivania, intento a leggere la corrispondenza. Posò le lettere per guardare l’orologio.
– Aspetto a minuti il signor Robert Brewer – disse. – Quando arriva, fatelo passare subito e fate in modo che nessuno ci disturbi.
– Molto bene, signore – disse il suo segretario.
Si sentì un tocco alla porta e il segretario prese dalle mani dell’impiegato un biglietto da visita.
– È il signor Brewer – disse.

L’incipit de “Vendetta dall’Oriente”:

– Ouverture e coro, prego!
La voce acuta del buttafuori risuonò per gli spogli corridoi del Frivolity Theatre e il camerino numero sette si svuotò. La scala di pietra che portava al livello del palcoscenico si riempì del chiacchiericcio delle ragazze del coro avvolte nei favolosi costumi del numero di apertura.
Belle Straker si tenne un po’ in disparte dalla folla, non avendo il temperamento né la voglia per unirsi alle frivole discussioni che tanto appassionavano le sue compagne di lavoro.
Un uomo dall’aspetto stanco, con indosso un abito da sera, era in attesa ai piedi della scala. Vide la ragazza e alzò un dito. Lei accelerò il passo, perché sapeva che il direttore di scena era un uomo irascibile e un tantino impaziente.
– Signorina Straker – disse – per questa sera siete scusata.
– Scusata? – replicò lei sorpresa. – Pensavo…
Il direttore di scena annuì.
– Non ho ricevuto il vostro biglietto in cui mi dicevate di voler saltare la serata. Ora correte a cambiarvi, mia cara, ne avete tutto il tempo.

L.

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