Tag

, , , ,

La Adelphi porta in libreria un nuovo grande romanzo a sfondo storico firmato da Georges Simenon.

La scheda di Uruk:

La cattiva stella (La mauvaise étoile, antologia di racconti apparsi su “Paris-Soir” dal 12 al 25 giugno 1935, poi ristampata in volume da Gallimard nel 1938) di Georges Simenon [31 ottobre 2019] Traduzione di Marina Di Leo
Note a margine di un giro del mondo, o i placidi falliti di Francia (Notes en marge d’un tour du monde ou le doux raté de France)
L’uomo in frac del giardino pubblico e l’ex galeotto che vende torroni (L’homme en habit dans son square et le bagnard aux nougats..)
L’uomo che combatteva con i topi o la storia più banale del mondo (Celui qui se battait avec les rats ou la plus banale…)
Popaul e il cuoco o la testa rimasta a bagno troppo a lungo (Popaul et son cuisinier ou la tête qui a trop trempé)
Turisti da banane o gli Adami di Chicago e le Eve di Manchester e Oslo nei nuovi paradisi terrestri (Touristes de bananes, ou les Adams de Chicago)
Le gioie della pampa o l’uomo imprigionato tra due stazioni (Les joies de la pampa ou l’homme qui est prisonnier)
L’avventura del gentiluomo inglese e della donna che mostrava il sedere dall’alto di una palma (L’aventure du gentleman anglais et de la femme qui…)
Il mio amico alverniate e il lituano solitario che non era mai sazio (Mon ami l’Auvergnat et le lithuanien solitaire qui…)
Il giovane ingegnere e il boy campanello (Le polytechnicien et le boy à sonnette)
L’avventuriero sindacalizzato (L’aventurier syndiqué)
L’uomo che si rifiutò di fare il giudice (Celui qui a réfusé de devenir juge)
I cani delle isole Marchesi e l’esattore delle tasse nella foresta vergine (Les chiens des Marquises et le percepteur de la forêt…)

Inoltre contiene anche i racconti:

Il comandante Philips e i maialini. Seguito dalla storia di due canachi e di una bella ragazza che voleva vedere Tahiti la Grande (Le capitaine Philips et les petits cochons, ?)
L’arancio delle isole Marchesi (L’oranger des îles Marquises, da “Marianne”, 5 febbraio 1936)
L’uomo che sparava ai topi (L’homme qui mitraillait les rats, da “Match”, 13 ottobre 1938)
La testa di Joseph (La tête de Joseph, da “Gringoire”, 26 ottobre 1939)
Little Samuel a Tahiti (Little Samuel à Tahiti, da “Gringoire”, 23 novembre 1939)

La trama:

Non è detto che il turista da banane sia mal vestito, anzi spesso indosserà capi di buon taglio, vestigia di un guardaroba lussuoso.
Sono americani, cechi, tedeschi, francesi… Alcuni hanno conosciuto un momento di gloria, altri si sono limitati a mangiarsi il patrimonio di famiglia o le rendite.
Finché un giorno, quando già erano stufi della mediocrità o spaventati dalla miseria incombente, qualcuno ha detto loro:
« Sulle isole del Pacifico si può ancora vivere come nel paradiso terrestre, senza soldi, senza vestiti, senza preoccuparsi del futuro… ».
Per pagarsi la traversata hanno venduto tutto quello che avevano. Allo sbarco le autorità locali, prudenti e spesso scottate, pretendono a titolo di cauzione il versamento del costo del biglietto di ritorno. Capite?
L’indomani ogni buon turista da banane ha già comprato un pareo e un cappello di paglia intrecciata. Seminudo, sdegnando la città e i coloni che indossano completi bianchi e camicie con il colletto rigido, si dirige di buon passo verso le lunghissime spiagge.

L’incipit del primo racconto:

Quando mi sono imbarcato a Le Havre, tra le molte immagini della Francia che portavo con me ce n’era una, un semplice ricordo, che inspiegabilmente mi ha accompagnato per tutto il mio giro del mondo e che ho ritrovato intatta sbarcando a Marsiglia.
Eppure era una cosa da nulla! Risaliva a qualche giorno prima della mia partenza. Ero seduto nel caffè più frequentato del corso, in una cittadina francese come tante, e seguivo distrattamente la partita di belote del tavolo accanto.
Erano le cinque del pomeriggio, avevano appena acceso le lampade. Negli uffici e nei negozi del centro si lavorava ancora, ma quei cinque o sei avventori erano lì dalle tre a giocare o a guardar giocare.
Tra loro, un uomo sulla trentina… Uno che non ha mai mosso un dito in vita sua… Mi correggo! Con la dote della moglie ha aperto una cartoleria, di cui si occupa la donna mentre lui gioca a carte…
Un fallito?
Seduto al suo fianco c’è un vecchio medico. Ha lavorato in parecchi ospedali. Se ne parlava come di un possibile primario… Il vino rosso, le carte… Ormai ha solo uno studio polveroso, in provincia, cui si rivolgono pochi contadini ignoranti…
Un altro fallito!
E quel brillante giovanotto che, per un colpo di fortuna, ha piazzato l’una dopo l’altra quattro auto di lusso, incassando le commissioni, e da anni si ostina a non cercare un mestiere, anche se non vende più nemmeno un monopattino?
A un tratto, all’angolo di un tavolo di marmo, ho scorto un viso che mi ha fatto sobbalzare: era un pittore a casa del quale, anni addietro, mi era capitato di andare a cena.
Rivedevo l’accogliente atelier sulla Rive Gauche, la moglie paffuta, la figlia, alta, dal corpo desiderabile e dal sorriso incoraggiante, ricordavo una cenetta di quelle che si usano da noi, con antipasti prelibati, foie gras e vini d’annata.
Non era mai stato un grande pittore, ma tirava avanti. Tirava avanti discretamente.
E ora lo ritrovavo lì, a cinquecento chilometri da casa sua, con la lavallière logora, il cappello malconcio, lo sguardo fisso su un pernod.
«Che ci fa da queste parti?» gli chiesi.
Quando alzò gli occhi, capii. Aveva lo sguardo di un uomo ormai rassegnato, uno sguardo ironico e al tempo stesso patetico, dove ogni tanto balenava una scintilla di odio per l’umanità intera.
«Cerco lavoro… Sa, la crisi…».
«Ma che genere di lavoro?».
«Uno qualunque!».

L.

– Ultimi post simili: