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Continua per tutto dicembre l’iniziativa di presentare solo romanzi di Natale!

Ecco il paginone riassuntivo dell’iniziativa.

La scheda di Uruk:

Il meraviglioso Natale delle Sorelle McBride (The Christmas Sisters, 2018) di Sarah Morgan [novembre 2019] Traduzione di Daniela Marchiotti

La trama:

Nella suggestiva cornice delle Highlands innevate, Suzanne McBride sogna un Natale indimenticabile con le sue figlie adottive, che dopo molto tempo torneranno a casa per le vacanze. Non vede l’ora che la famiglia sia riunita, eppure la tensione è alle stelle. Hannah, una razionale donna in carriera, sa che non può evitare di trascorrere il Natale con la famiglia, ma non sono le aspettative dei suoi cari a spaventarla, quanto piuttosto il segreto che custodisce. Beth, felicemente sposata e madre di due bambine, sta vivendo un momento di crisi, e stare con le sorelle dovrebbe aiutarla a rilassarsi, non farla innervosire! Posy, infine, non è soddisfatta della sua vita, ma i genitori dipendono da lei, e andarsene di casa le sembra rischioso… anche se non quanto innamorarsi dell’affascinante Luke. Così, per realizzare il suo sogno, Suzanne non può che affidarsi alla magia del Natale, sperando di far capire alle figlie che il loro legame è abbastanza forte da resistere a tutto. Anche a un Natale in famiglia.

L’incipit:

Ci sono anniversari belli e anniversari brutti. Quello era uno di quelli brutti, e Suzanne lo celebrò con un incubo.
Al solito era sepolta viva, incapace di muoversi, intrappolata sotto un enorme peso, che l’opprimeva come cemento. Neve ovunque: in bocca, nel naso, nelle orecchie. Tutta quella forza e quella potenza la schiacciavano. A che profondità era? Dov’era l’alto e dove il basso? Sarebbe venuto qualcuno a cercarla?
Provò a urlare, ma non c’era niente, niente…
«Suzanne…»
Qualcuno la chiamava ma lei non riusciva a rispondere. Né a muoversi. O a respirare. Si sentiva stritolare il torace.
«Suzanne!»
La voce attraversò l’oscurità e il panico.
«Stai sognando!»
Sentì qualcosa che le sfiorò la spalla e il movimento la catapultò fuori dalla tomba di gelo riportandola alla realtà. Si tirò su a sedere e portò una mano alla gola. Ansimava.
«Va tutto bene» disse la voce. «È tutto a posto.»
«Ho fatto… un sogno. Il sogno.» Era stato così reale che temette di ritrovarsi circondata dal ghiaccio, non da lenzuola stropicciate.
«Lo so» continuò Stewart, la sua mano le accarezzava dolcemente la schiena. «Stavi urlando.»
E, in quel momento, si accorse che era pallido e preoccupato.
Per situazioni come quella avevano la loro routine, ma era passato molto tempo dall’ultima volta.
«Era così vivido. Ero là.»
Stewart accese la luce. Un bagliore fievole si diffuse per la stanza, illuminando gli angoli bui e scacciando gli ultimi strascichi dell’incubo. «Sei al sicuro. Guardati attorno.»
Suzanne lo fece, con la mente ancora intrappolata sotto la neve.

L.

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