La Newton Compton porta in libreria una nuova indagine per l’ispettore Luc Callanach della polizia scozzese.
La scheda di Uruk:
La vittima sbagliata [Callanach 2] (Perfect Prey, 2017) di Helen Fields [maggio 2020] Traduzione di Mara Gini
La trama:
Nel bel mezzo di un festival rock, un volontario è stato accoltellato allo stomaco ed è morto dopo pochi minuti. Nella confusione, nessuno ha visto l’assassino, nessuno è stato in grado di tracciare un identikit. La settimana seguente il corpo di una maestra elementare è stato ritrovato in un cassonetto: la donna era stata strangolata con la sua sciarpa di lana. La polizia brancola nel buio. I detective Ava Turner e Luc Callanach non hanno indizi per collegare i crimini, né prove sufficienti a formulare le prime ipotesi, fino al momento in cui sui muri della città appaiono graffiti che fanno esplicito riferimento alle vittime degli omicidi. È il gesto sbruffone di un mitomane o è la firma del killer? Quando scoprono che i murales sono stati preparati prima degli omicidi e non dopo, per Ava e Luc ha inizio una corsa contro il tempo che si rivelerà molto più pericolosa di quanto avrebbero potuto immaginare. Perché l’assassino è pronto a colpire ancora.
L’incipit:
C’erano posti peggiori in cui morire, ma ben pochi modi più terrificanti. Lo scenario era estivo, idilliaco, con il paesaggio cittadino da un lato e il profilo dell’antico vulcano Arthur’s Seat in lontananza. La musica si percepiva ancor prima di sentirla, il basso pulsava nella carne e nelle ossa. A inizio luglio il sole cala tardi su Edimburgo e il cielo era inondato da sfumature di rosa, oro e arancione acceso. Forse era per questo che nessuno l’aveva notato, quand’era successo. Oppure la colpa era del cocktail di alcol, droghe ed euforia naturale. Il festival era in pieno svolgimento: tre giorni di baldoria, feste, sesso, cibo e drink, una band dopo l’altra, mentre i corpi erano sempre più a loro agio con meno vestiti addosso e un’igiene minima. Se qualcuno avesse dovuto rappresentare in un’istantanea il senso di estasi, quella scena sarebbe andata benissimo: la folla che saltava all’unisono, come se tutte quelle persone si fossero fuse in un’unica bestia incantata con migliaia di teste sorridenti.
Al centro di tutto, il killer si era spostato come una voluta di fumo, sinuoso, silenzioso, snudando la lama come una piuma nel vento. Il taglio era netto, preciso e profondo. La quantità di sangue versato era evidente sul terreno, la ferita troppo grave per essere arginata con le mani. Non che ci fosse stato il tempo di caricare la vittima su un’ambulanza. Non che qualcuno avesse notato la ferita prima del dissanguamento quasi totale.
L’ispettore Luc Callanach si trovava nel punto esatto in cui il giovane aveva esalato il suo ultimo respiro. La sua identità era ancora ignota. La polizia era riuscita a mettere insieme decisamente poco nell’ora trascorsa dalla sua morte. Era incredibile, pensò Callanach, che in una folla di migliaia di persone non fossero riusciti a trovare uno straccio di testimone attendibile.
L’autrice
Helen Fields ha studiato legge all’Università di East Anglia e alla Inns of Court School of Law di Londra. Dopo aver lavorato per anni in tribunale, specializzandosi in Diritto penale e di famiglia, ha deciso di fondare insieme al marito una casa di produzione cinematografica, nella quale lavora anche come sceneggiatrice. Vive a Los Angeles con la famiglia. La Newton Compton ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Resti perfetti, e La vittima sbagliata.
L.
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