Un incredibile saggio d’annata nella mitica collana “I Libri Pocket” (Longanesi).
La scheda di Uruk:
487. La contessa sanguinaria (Erzsébet Báthory. La Comtesse sanglante, 1962) di Valentine Penrose [24 dicembre 1974] Traduzione di Luciana Marchi Pugliese
La trama:
Chiamata belva di Csejthe, la contessa sanguinaria, paragonata alla torbida ma forse più umana figura di Gilles de Rais (vedi Requiem per Gilles de Rais, Longanesi & C.), Erzsébet Báthory, nata nel 1560 da una delle più illustri famiglie d’Ungheria, morì nel 1614 murata viva, per decisione del massimo tribunale del tempo. Un’oscura vicenda di sangue e di morte congiunge queste due date, una vicenda assolutamente vera, anche se si direbbe il frutto di un orribile sogno di una mente malata.
La scrittrice Valentine Penrose ha cercato in questo volume di carpirne l’oscuro segreto, ricostruendo sulla base di validissimi documenti la vita della contessa, conducendoci nelle sinistre camere di tortura dove perirono più di seicento fanciulle.
L’incipit della Premessa:
Ecco la storia della contessa che si bagnava nel sangue delle fanciulle. Una storia autentica, e inedita, da noi. Rintracciare i documenti è stato difficile, perché questi avvenimenti si sono svolti più di tre secoli e mezzo fa, nella selvaggia Ungheria, ora nascosta dietro la cortina di ferro. Gli atti del processo sono passati di archivio in archivio. E che ne è stato degli archivi ungheresi del castello di Budapest nel 1956? Non sapremmo dove andare a cercare, ora, il cupo ritratto dagli occhi stravolti della bellissima Erzsébet Báthory. Il castello di Csejthe da duecento anni ormai è solo un ammasso di rovine su uno sperone dei Piccoli Carpazi, al confine della Slovenia. Vi abitano sempre vampiri e fantasmi e, in un angolo delle cantine, giace ancora il tino di terracotta in cui veniva raccolto il sangue pronto per esser versato sulle spalle della Contessa.
L’incipit:
Quanto è qui narrato, avveniva in un’epoca in cui la tormentilla conservava intatto il suo potere e le botteghe delle città vendevano mandragore strappate di notte ai piedi dei patiboli; un’epoca in cui bambini e vergini scomparivano senza che nessuno si desse troppo pensiero per ritrovarli: meglio non immischiarsi nel loro tragico destino. Ma che ne era del loro cuore e del loro sangue? Se ne ricavavano filtri, o forse se ne estraeva oro. Il luogo di questa vicenda era il Paese più selvaggio dell’Europa feudale, il Paese in cui i signori laici e religiosi dovevano guerreggiare senza sosta contro gli sfavillanti turchi.
Un artista girovago eseguì il ritratto di Erzsébet Báthory, contessa di Nádasdy, al tempo della sua massima bellezza, quando aveva circa venticinque anni. Veniva dall’Italia o dalle Fiandre, questo pittore ignoto? In quale scuola aveva studiato prima di andare errando di castello in castello per eseguire quei suoi compassati ritratti? Di lui conosciamo solo la tela scura che porta, in alto a destra, la grande E d’Erzsébet: l’iniziale del nome è disegnata, anzi costruita, con tre zanne acuminate di lupo inserite nell’osso verticale della mascella; sopra di questa ali di aquila sembrano incombere più che non librarsi in volo. Più in alto non si vede nulla. Intorno a questo blasone ovale di dama si avvolge l’antico drago dei Báthory, stirpe di razza dacia.
Sotto la protezione di artigli, ali e zanne, ecco ergersi la contessa, col suo aspetto orrendamente tenebroso.
Era bionda, ma il merito andava agli artifici della moda italiana, ai ripetuti lavaggi con infusi di cenere e di camomilla selvatica, e all’ocra intenso dello zafferano ungherese. Le cameriere le pettinavano i capelli castano scuro davanti ai grandi ceppi fiammeggianti dell’inverno o presso le finestre da cui penetrava il sole estivo, ed era così che Erzsébet, col viso protetto da creme e unguenti, diventava bionda.
L.
– Altri Longanesi dell’epoca:
Caccia all’uomo (Longanesi Pocket 1978) - "Caccia all’uomo" (1978) di Maurizio Leigheb [28 luglio 1978] - 250 pagine, Lire 1.800.
Nel mondo degli Etruschi (Longanesi Pocket 1976) - "Nel mondo allucinante degli Etruschi" (1976) di Mario Signorelli [3 febbraio 1976] 198 pagine, Lire 1.000.
Maglia degli animali (Longanesi Pocket 1976) - "Magia degli animali" (1976) di Patrizia Krachmalnicoff [7 dicembre 1976] - 268 pagine.
Messaggi dall’ignoto (Longanesi Pocket 1977) - "Messaggi dall’ignoto" (Erscheinungen, 1974) di Erich von Däniken [11 gennaio 1977] Traduzione di Emi Mori - 247 pagine, Lire 1.500.
I buchi neri (Longanesi Pocket 1977) - "I buchi neri" (Black Holes, 1973) di John Taylor (10 maggio 1977) Traduzione di Marika Boni Grandi - 216 pagine, Lire 1.200.
La contessa sanguinaria (Longanesi Pocket 1974) - "La contessa sanguinaria" (Erzsébet Báthory. La Comtesse sanglante, 1962) di Valentine Penrose [24 dicembre 1974] Traduzione di Luciana Marchi Pugliese - 214 pagine, Lire 750.
Angelo posseduto (Longanesi Pocket 1976) - "Angelo posseduto" (Angel Possessed, 1974) di J.C. Conaway [11 maggio 1976] Traduzione di Ines Bellei - 186 pagine, Lire 1.000.
Il grido del vento (Longanesi Pocket 1976) - "Il grido del vento" (Ravenwood 2: Cry of the Wind, 1974) di Sarah MacIvers [3 agosto 1976] Traduzione di Mirella Miotti - 186 pagine, Lire 1.000.
Lo zingaro maledetto (Longanesi Pocket 1976) - "Lo zingaro maledetto" (The Romany Curse, 1971) di Suzanne Somers (Dorothy Daniels) [5 ottobre 1976] Traduzione di Giorgio Cuzzelli - 180 pagine, Lire 1.000.
Melissa (Longanesi Pocket 1976) - "Melissa" (My Wife Melissa, 1967) di Francis Durbridge [22 giugno 1976] Traduzione di Ines Bellei - 169 pagine, Lire 1.000.