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Un cimelio di “Archeo Edicola” dal 1965: la testata “Gli Oscar dello Spionaggio” della Edit Europa, con la direzione di Alberto Carosi.

Il romanzo francese appartiene alla storia collana “Fleuve Noir“.

Presentazione della collana:

Il genere “avventuroso” ha finalmente conquistato il suo posto nella produzione letteraria – un ottimo posto – ed i riconoscimenti divengono in tutto il mondo, sempre più frequenti e sempre più importanti.
Gli Oscar dello Spionaggio intendono presentare quanto di meglio è stato prodotto in questo campo ed accolgono perciò soltanto i romanzi più interessanti dovuti alle miglior firme.
Gli Oscar dello Spionaggio non tradiscono.

Presentazione del numero:

Nelle avvincenti, emozionanti avventure descritte dai più famosi autori francesi, l’intelligente Al Glenne della S. T. (Sûreté Territoriale) ed il Signor Suzuki, il giapponese della C. I. A. (Central Investigation Agency) sono i primi eroi che presenteremo ai nostri lettori.

La scheda di Uruk:

2. Mr Suzuki scende all’inferno (Mr Suzuki descend aux enfers, 1960), di Jean-Pierre Conty [novembre 1965] Traduzione di Milena Agostino

La trama:

Al di qua della cortina di bambù: nella meravigliosa Hong Kong, pullulano agenti trafficanti della Cina rossa.
Tipi senza scrupoli riescono ad organizzare i commerci più sudici e lucrosi: non importa che gli acquirenti siano nemici della propria patria o dell’intera umanità: non importa che il numero dei morti di morte violenta aumenti ogni giorno: se tra le vittime ci saranno anche bambini, donne, uomini innocenti… tanto peggio «loro» non pensano a fermarsi.
Cosa nasconde l’amore di Mai, la bellissime cinese di Canton? E Sonia, la bella cino-asìatica figlia del Dottor Chang è veramente Ingenua come sembra?

L’incipit:

CAPITOLO I

La luce blu della notte penetrava nel magazzino attraverso il grande lucernario. Rischiarava appena i cilindri metallici allineati sul pavimento e sulle scaffalature di legno grezzo.
Nascosto nell’ombra Bo Seng osservava con apprensione, attraverso la finestra del deposito, il guardiano che percorreva i cento passi del cortile, lungo l’inferriata.
Bo Seng aveva paura, si sentiva preso in trappola…
— Non riusciremo a passare… mormorò rivolgendosi al suo collega Tsi, accoccolato vicino a lui, anch’egli con gli occhi fissi sulla figura del guardiano.
Tsi rispose con un’alzata di spalle, irritato. Aggiunse, quindi:
— Usciremo con la stessa facilità con la quale siamo entrati.
Bo Seng strinse le labbra; non osò replicare che erano entrati con le mani libere, passando per i tetti e che non avevano dovuto arrampicarsi fino al lucernario, carichi come muli.
Quanto ad attraversare il cortile, sotto il fuoco incrociato dei guardiani… Perché i guardiani erano certamente armati.
Rimpianse il tempo in cui conduceva il «pédi-cab». La sera non sentiva più le gambe, ma aveva l’animo leggero… Un buon coolie, pensava, non fa necessariamente un buon ladro!
— Va a coricarsi! — annunciò Tsi, parlando del guardiano.
Si vedeva la sagoma confusa dirigersi verso una casetta di mattoni che sorgeva accanto alla costruzione in cemento armato del magazzino. Si accese una luce.
— Ed il cancello dell’inferriata? — obiettò Bo Seng, sempre più spaventato. — Come faremo per aprirlo?
— Ci penserò io! — disse Tsi con tono protettivo.
Era un tipo sempre preparato ad affrontare le situazioni più imprevedibili.
La luce si spense; il buio invase nuovamente il cortile.
— Si va! decise Tsi.

L.

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