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Chicca d’annata, della collana “Suspense!” (Longanesi) diretta da Romano Rinaldi.

La scheda di Uruk:

19. L’uomo freddo (The Cool Man, 1968) di W.R. Burnett [gennaio 1970] Traduzione di Francesco Cadin

La trama:

Dalla pubblicazione di Piccolo Cesare e Giungla d’asfalto questo famoso esperto della malavita non ci aveva mai offerto un altro capolavoro di suspense. Ecco Willy Madden, per usare uno dei tanti suoi nomi, l’uomo freddo che guidò con perfezione e disinvoltura un colpo da maestro per un milione di dollari. Cinque anni dopo, di tutti i suoi complici sono rimasti vivi soltanto due, armati di un odio o di una rapacità insaziabili che incrimineranno la ben organizzata sicurezza di Willy Madden.

L’incipit:

Caro Joker,
sei arrivato ben lontano, non c’è che dire. Fortuna? La fortuna può mutare; cinque anni interi non sono soltanto merito della fortuna. Se hai saputo disporre tutto alla perfezione per cinque anni, lo potrai fare per altri cinque. Calma, mi raccomando.

CAPITOLO I

Willie Madden era stato braccato per molto tempo. Tutti i giornali americani si erano soffermati in lungo e in largo, a un certo momento, sugli strabilianti particolari del suo crimine.
Ma cinque anni erano già passati dalla prima allarmata caccia all’uomo; ora Willie si sentiva relativamente tranquillo.
Si trovava da qualche settimana al Pearl of the Orient, il motel più nuovo e più fantasioso di Tropico Beach; la cittadina d’altronde costituiva già di per sé un paradiso di plastica e di metalli cromati, immerso nel paesaggio biancazzurro della California meridionale.
Aveva preso un appartamentino da venticinque dollari il giorno… Per niente caro, secondo lui, in confronto ai prezzi che aveva dovuto pagare a Miami Beach. Certo, avrebbe potuto vivere con meno; ma a quale scopo? Menare una vita grama non gli piaceva. Aveva voluto sempre il meglio, anche da ragazzo, e questo era sembrato un affronto al misero padre e ai fratelli parsimoniosi. In seguito li avrebbe sconvolti ben di più: a quarant’anni, con l’aiuto di sei compagni, era riuscito a rapinare qualcosa come un milione di dollari, o poco più. Un lavoretto che bastava per una vita intera. Ed ora, finalmente poteva permettersi tutti i lussi, dimenticando i sacrifici, le difficoltà e le umiliazioni del passato. Era sopravvissuto a tutto questo, per fortuna. Ma allora perché continuava a scrivere degli strani appunti a se stesso?
A Tropico Beach lo conoscevano come James Shannon, un simpatico signore dai capelli neri e dagli occhi azzurri, che portava abiti eleganti e molto costosi e che era stato così fortunato da potersi ritirare dagli affari relativamente giovane per realizzare il sogno universale di una bella vita. Piaceva in giro; suscitava anche una certa invidia.
Dalle sue finestre poteva vedere il porto di Tropico, dov’erano ormeggiati parecchi barchini a vela e panfili; scorgeva anche, di là da essi, oltre i tetti delle baracche del molo più lontano, una linea di verde intenso, ma svanente, che rimandava raggi di luce abbaglianti come diamanti: il Pacifico.

L.

– Altri Longanesi dell’epoca: