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Prima di darlo via schedo questo numero de “Il Giallo Mondadori“, quando ancora era diretto da Alberto Tedeschi, con una delle avventure del Mike Shayne di Brett Halliday.
Ricordo che ho dedicato una pagina alla bibliografia italiana del personaggio.
Per un profilo del personaggio firmato Halliday stesso, rimando a questa scheda.

L’illustrazione di copertina è firmata, come sempre, da Carlo Jacono.

La scheda di Uruk:

1185. Mike Shayne e il toto-morte [Michael Shayne 4] (Tickets for Death, 1961) di Brett Halliday [17 ottobre 1971] Traduzione di Barbara Basso
– Inoltre contiene anche:
[Anatomia di un personaggio] 87° Distretto, di Salvatore di Rosa
– Inoltre contiene anche il racconto:
Come ho assassinato mia moglie (How I Murdered My Wife, da “EQMM”, settembre 1971) di Len Gray

La trama:

È passata un’ora da quando Mike Shayne è uscito dall’appartamento di Mayme Martin, rinunciando suo malgrado a riprendere un discorso che era rimasto in sospeso durante un precedente incontro. Mayme Martin, matura e spregiudicata, sarebbe stata ancora una bella donna, ma non le donava quella tremenda rasoiata da un orecchio all’altro. È passata soltanto un’ora, ed ecco Mike, fra quattro mura, alle prese con un’altra donna, molto giovane, intenta, per motivi tutt’altro che oscuri, a strapparsi il vestito di dosso. Il nostro investigatore è stato chiamato a Cocopalm per indagare su un caso misterioso. Qualcuno ha trovato il modo di fabbricare dei biglietti vincenti al totalizzatore del cinodromo, sicché gli affari dell’organizzazione vanno… da cani. E quel «qualcuno» è deciso a ottenere, con ogni mezzo, che Shayne, una volta tanto, sia costretto a gettare la spugna. Altrimenti, peggio per Shayne che ci rimetterà la pelle. E non sarà il solo. Del finale di «Mike Shayne e il toto-morte» non vi diciamo proprio nulla. Converrete con noi che la sorpresa è veramente degna di Brett Halliday!

L’incipit:

Michael Shayne sedeva con le spalle curve sul banco, al Joe Joint, nel centro di Miami e sorvolava la folla con occhi cupi e indifferenti mentre scaldava un bicchiere di cognac col palmo della mano. Quando vide Timothy Rourke che gli si avvicinava sorridente, ordinò a Joe: — Tira fuori la bottiglia e un altro bicchiere.
Il proprietario pose sul banco una bottiglia e un bicchiere. Shayne intanto afferrava il suo mentre Tim Rourke passava una delle sue lunghissime gambe al disopra dello sgabello, per sedersi accanto all’amico.
— Io mi gioco il collo — sbottò Rourke — che hai un buon colpo per le mani, Mike. Sono due ore che ti inseguo da un bar all’altro. — Si riempi il bicchiere, lo vuotò e se ne versò un secondo.
Shayne si arruffò i ruvidi capelli rossi, poi spinse la bottiglia dove Rourke non poteva raggiungerla. – Oggi, non lavoro – disse sorseggiando pigramente dal bicchiere. — Perché mi cercavi?
Rourke incrociò le braccia e si lasciò andare contro il banco. — Ho un messaggio per te. Da quando ti sei sposato, le tue donne vengono da me ogni volta che hanno bisogno di essere servite.
— Davvero?
— Davvero cosa?
— Che hanno bisogno di essere servite quando vengono da te.
Rourke sbuffò. — Non vogliono mai ciò che io ho da offrirei Che cosa posso fare? Tutt’al più, andare in giro a cercarti e fissare appuntamenti a tuo nome. E Phillis che se ne sta seduta a casa ad aspettarti! Maledizione, Mike, mi fai arrossire di vergogna. — Rourke allungò un braccio per afferrare con le dita sottili la bottiglia del cognac.
— Se mi dicessi qualcosa di sensato, potrei anche comprarti una bottiglia da un litro con una tettarella in cima — replicò Shayne senza rancore.
— D’accordo. — Col bicchiere colmo fino all’orlo per la terza volta, Rourke iniziò gesticolando: — Me ne stavo seduto nel mio ufficio dopo aver messo via il giornale, quando ha squillato il telefono. Era tua moglie. Una ragazza troppo ingenua per un vagabondo come te. Aveva un messaggio per te da parte di una donna e voleva sapere se potevo rintracciarti per comunicartelo. Si tratta di un lavoro, ha detto lei, e io ho pensato a chissà quale lavoro, ma non ho voluto spezzare il suo giovane cuore fiducioso svelandole i miei sospetti.
— Aspetto sempre questo messaggio — ringhiò Shayne. — Un po’ meno chiacchiere e vieni al dunque.
Rourke scolò il bicchiere, poi sorrise dolcemente. Frugò in una tasca sformata della giacca e ne sfilò una striscia di carta. — Per fortuna, hai sposato una ragazza che non conosce come noi certi indirizzi di Miami. Mi sai spiegare che genere di affari può voler trattare con te una pupa che abita al condominio Rosa Rossa?
Shayne gli strappò di mano la striscia di carta e la stese sul banco, guardando accigliato l’indirizzo che Rourke aveva scarabocchiato a matita: “Signorina Mayme Martin, condominio Rosa Rossa, 14”. — Si trova sulla Seconda Strada, no? – chiese.
— Come se tu non lo sapessi — lo schernì Rourke.
Shayne corrugò la fronte, ripiegò il foglietto e se lo mise in tasca. — Mayme vuole vedermi, eh?
— Questo è quanto ha capito Phyllis al telefono. Dalla voce le è sembrato che la donna avesse premura. Qual è Mayme? Quella biondina ossigenata tutta curve?
Shayne scosse il capo e fini di bere. — Generalmente non frequento le inquiline del Rosa Rossa. — Spinse da parte il bicchiere e fece un cenno a Joe. — Segna sul mio conto. – Poi si rivolse di nuovo verso Rourke: — Grazie, Tim. Tenterò di combinarti un appuntamento con Mayme quando la vedrò. — Uscendo, prese un logoro cappello di feltro dalla rastrelliera e se lo calcò sui capelli ispidi.

L.

– Ultime avventure di Mike Shayne: