Prima di darlo via, schedo questo numero d’annata de “Il Giallo Mondadori“, nell’epoca di Alberto Tedeschi.
L’illustrazione di copertina è firmata da Carlo Jacono.
La scheda di Uruk:
791. La febbre del dollaro (The Man who would Do Anything, 1963) di Ivan T. Ross [29 marzo 1964] Traduzione di Ugo Carrega
– Inoltre contiene:
[Il “Giallo” nello Sport] Il favoloso Al, di Mario Minini
– Inoltre contiene i racconti:
La notte è per morire, di Bianna Nulli
Fantasmi in casa (Ghost in the House, da “EQMM”, marzo 1964) di George Summer Albee
La trama:
La volontà di essere scrittore; l’ansia di vivere le cose da descrivere; la smania, l’ossessione di appartarsi in un incantevole paesino del Messico, dove scrivere in pace, senza l’assillo del lavoro quotidiano, squallido, noioso, limitato… e l’incontro con Lundy, l’uomo freddo, colto, sicuro di sé, che sa esattamente tutto di ciò che intraprende, e il fascino straordinario che emana dalla sua persona, dal modo di essere di questo Mefìstofele dei tempi nostri… tutto questo operano sul giovane Paul Coopersmith, scrittore in erba, una metamorfosi lenta, graduale, completa, dalla quale solo la cruda realtà del delitto saprà riscattarlo e salvarlo. Un romanzo, questo di Ivan T. Ross, rapido, angoscioso, in cui l’elemento psicologico si fonde con l’elemento suspense. È il dramma intimo di un uomo combattuto, fra la febbre del dollaro e la coscienza, fra l’orrore dell’abisso in cui è stato trascinato, e il miraggio di una redenzione che pare impossibile. Un dramma i cui particolari si ricordano a lungo, quando, alla fine, si ripensa alla storia nella sua interezza. Ivan T. Ross è l’autore di Requiem per Laurie.
La trama:
Anche nelle condizioni in cui mi trovavo quella sera, riuscivo a distinguere i visi delle persone che mi circondavano. Una lunga fila di volti, a metà nascosti dalle bottiglie: volti allegri e volti tristi: i primi, forse, sognavano tempi migliori; gli altri avevano smesso anche di sognare. Per la maggior parte, erano uomini maturi, probabilmente con una dura esperienza di vita sulle spalle. Del resto, Horatio Alger è morto da un pezzo. Le sue famose storie di poveri ragazzi intraprendenti che diventavano presidenti di banche, appartengono a un passato lontano. Adesso, prendete, ad esempio, un commesso di calzoleria che voglia fare lo scrittore. Credete che, se ci riuscisse, Alger lo considererebbe un successo? Nemmeno per sogno!
Così, li guardavo tutti… gli ubriaconi della Nona Avenue, gli ex-campioni suonati, che ora lavoravano sui docks… e decisi che, una volta tanto, non mi sarei scervellato a chiedermi cosa mai ci facevo, in quel bar, in quel quartiere. Volevo solo ingozzarmi di birra e poi sarei andato a casa. A un tratto, il mio sguardo cadde nuovamente su un volto che mi affascinava. Scarno, sormontato dai capelli castani, scomposti, le guance accese, gli occhi scuri ostili e la bocca larga. Aveva qualcosa di cupo.
Mi misi a studiarlo; i suoi occhi si piantarono nei miei, con l’espressione di chi riceve un urtone da qualcuno, nell’ora di punta. La spavalderia sprigionata da quello sguardo mi spinse a sollevare il bicchiere e a vuotarlo di un fiato. Il liquido scese liscio liscio, senza darmi un colpo in su: già dal terzultimo bicchiere, quest’effetto era scomparso. Bevve anche lui allo stesso modo, come se avesse avuto intenzione di provocarmi, e posammo i bicchieri sul banco allo stesso tempo. Quando mi girai verso Lou, il ragazzo volse la testa nella direzione opposta.
Con il suo viso sereno da luna piena e il grande grembiule bianco, Lou si mosse mollemente e mi riempi il bicchiere. Prima però, con gli occhi e una scrollatina di spalle, cercò di farmi capire che avevo quasi raggiunto il pieno. Quando se ne andò, ritornando ai suoi clienti, guardai di nuovo nello specchio, ridacchiando. E anche quell’altro ridacchiava. Naturalmente.
In fondo al bar, stavano litigando e il frastuono sovrastava il rumore della televisione e del juke-box… il che non era. affatto un male. A un tratto, udii una voce tranquilla, al mio fianco. – Che c’è di tanto buffo, amico?
Guardai nello specchio. Seduto sullo sgabello accanto al mio, c’era uno che non mi tornava nuovo. Almeno, così pensai per un istante. Poi mi persuasi che si trattava di un ubriaco come tanti altri. Basso e scuro, capelli neri e ricciuti, grigi sulle tempie. Sopracciglia che si riunivano a V. Profondi occhi grigi. E un sorriso sulle labbra del tipo “se-non-ti-va-vattene-al-diavolo”. Avevo visto sorrisi del genere anche prima di venire a New York. Ma questo qui mi aveva chiamato “amico”. La maggior parte mi chiama “ragazzo”. A New York, almeno. Nell’Arkansas mi chiamavano “figliolo”, ma non c’è una gran differenza.
– Stavate ridendo – disse. Aveva la voce bassa. – C’è qualcosa che vi diverte?
E all’improvviso, non me ne importò più niente di niente. Era da troppo tempo che bevevo in quel bar, tutto solo; in cinque mesi, non avevo parlato, nel senso stretto della parola, ad altri che a Lou. Non che avessi molto da dire ai normali frequentatori del locale. Non sapevo niente di baseball; non ero iscritto ai loro sindacati; non avevo figli che andavano a scuola; non avevo neppure la televisione. Così, passavo la maggior parte del tempo ad ascoltare. Il che può essere veramente istruttivo. Vi riesce di imparare qualche espressione di slang, qualche barzelletta sporca e cose di questo genere.
L.
– Ultimi “Gialli” coetanei:
Nozze di piombo (Giallo Mondadori 910) - "Nozze di piombo" (Necessary Evil, 1965) di Kelley Roos [10 luglio 1966] Traduzione di Lucia Usellini - 180 pagine.
La morte mi vuol bene (Capolavori dei Gialli 203) - "La morte mi vuol bene" [Johnny Liddell 3] (Slay Ride, 1950) di Frank Kane [5 agosto 1962] - Lire 150.
Lutto in famiglia (Giallo Mondadori 737) - "Lutto in famiglia" (My Brother’s Killer, 1961) di D.M. Devine [17 marzo 1963] Traduzione di Giovanni Negro.
La febbre del dollaro (Giallo Mondadori 791) - "La febbre del dollaro" (The Man who would Do Anything, 1963) di Ivan T. Ross [29 marzo 1964] Traduzione di Ugo Carrega - 176 pagine, Lire 200.
L’arma terribile (Giallo Mondadori 617) - "L’arma terribile" (The Line-Up, 1959) di Frank Kane [27 novembre 1960] Traduzione di Rossana De Michele - 139 pagine, Lire 150.
Mio figlio l’assassino (Capolavori dei Gialli 289) - "Mio figlio, l’assassino" (My Son, the Murderer, 1954) di Patrick Quentin - 144 pagine, Lire 200.
Segugio in vacanza (Giallo Mondadori 749) - "Segugio in vacanza" (The Reluctant Sleuth, 1961) di Frances Crane [9 giugno 1963] Traduzione di Luciana Agnoli Zucchini - 158 pagine, Lire 200.
Safari per una Lolita (Giallo Mondadori 980) - "Safari per una Lolita" ( The Last Score, 1964) Ellery Queen []Traduzione di Sem Schlumper - 141 pagine, Lire 250.
Reazione a catena (Giallo Mondadori 920) - "Reazione a catena" (Rebound, 1961) di James Mayo [18 settembre 1966] Traduzione di Milly Graffi - 164 pagine, Lire 200.
La vita è breve (Giallo Mondadori 585) - "La vita è breve" (Some Slips don't Show, 1957) di A.A. Fair [17 aprile 1960] Traduzione di Ida Omboni - 117 pagine, Lire 150