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Vecchio numero della collana quattordicinale “I Capolavori dei Gialli Mondadori” diretta da Alberto Tedeschi.

L’illustrazione di copertina è firmata da Carlo Jacono.

La scheda di Uruk:

203. La morte mi vuol bene [Johnny Liddell 3] (Slay Ride, 1950) di Frank Kane [5 agosto 1962] traduttore non indicato, ma probabilmente Dina Corrada Uccelli

La trama:

Johnny Liddell s’incontra con un ometto che lo accompagna a una misteriosa casa per trattare il ricupero di certi gioielli scomparsi. Il giorno stesso cade la prima vittima e Liddell sa che. il disgraziato ha fatto la fine destinata a lui. Cosi inizia la caccia agli assassini.

L’incipit:

Appoggiato al banco del bar, Johnny Liddell guardò, come affascinato, il barista che, con gesto abile e preciso, gli faceva scivolare davanti una bibita di un esotico colore rosso purpureo. Finse di non accorgersi dell’espressione apertamente incuriosita dell’uomo, alzò il bicchiere, lo annusò e poi ne sorseggiò un goccetto. Rabbrividì e con rapida mossa tornò a deporre il bicchiere sul piano metallico.
Le sfere al neon dell’orologio dietro al banco segnavano le undici e cinque. Liddell si guardò intorno. 11 locale era affollato dei soliti nottambuli ritardatari, e una sottile nebbia di fumo azzurrino cominciava a stagnare contro il soffitto. All’estremità del banco, una bionda solitaria lo fissò arditamente negli occhi e poi, evidentemente soddisfatta dell’esame, gli sorrise. Stava bevendo un martini.
Per un momento, Liddell lottò contro la tentazione di mandare all’aria tutto e accettare il palese invito che si leggeva negli occhi della bionda. Ma poi, con un sospiro, decise di aspettare.
Si mise in bocca una sigaretta e quando le avvicinò il fiammifero acceso, notò, un po’ seccato, che la mano gli tremava lievemente. Aspirò una profonda boccata, nel vano tentativo di togliersi dalla bocca il sapore dolciastro della bibita, con l’unico risultato di contribuire ad accrescere il fumo che saliva in lente volute verso il soffitto. Aveva sete, ma non al punto di decidersi a mandar giù l’intruglio che aveva davanti. Continuò a fumare imbronciato, fingendo di non accorgersi della muta domanda che traspariva dagli occhi del barista.
Quando arrivò l’individuo magro, le sfere dell’orologio degnavano le undici e venticinque. Quello entrò dalla porta che dava sulla Madison Avenue e andò dritto al banco, senza guardarsi intorno. Più che vedere, Liddell senti l’uomo issarsi sullo sgabello al suo fianco.

L.

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