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Prima di darlo via, schedo questo numero d’annata de “Il Giallo Mondadori“, nell’epoca di Alberto Tedeschi.

L’illustrazione di copertina è firmata da Carlo Jacono.

La scheda di Uruk:

2937. L’uomo che sapeva troppo (The Man Who Knew Too Much and Other Stories, 1922) di G.K. Chesterton [11 ottobre 2007] Traduzione di Igor Longo
Il volto nel bersaglio [Horne Fisher] (The Face in the Target, da “Harper’s Monthly Magazine”, aprile 1920)
Il Principe scomparso [Horne Fisher] (The Vanishing Prince, A Story, da “Harper’s Monthly Magazine”, agosto 1920)
Lo spirito dello scolaro [Horne Fisher] (The Soul of the Schoolboy, da “Harper’s Monthly Magazine”, settembre 1920)
Il pozzo senza fondo [Horne Fisher] (The Bottomless Well, da “Harper’s Monthly Magazine”, marzo 1921)
Il buco nel muro [Horne Fisher] (The Hole in the Wall, da “Harper’s Monthly Magazine”, ottobre 1921)
La mania del pescatore [Horne Fisher] (The Fad of the Fisherman, da “Harper’s Monthly Magazine”, giugno 1921)
La pecora nera (The Fool of the Family, da ?)
La vendetta della statua [Horne Fisher] (The Vengeance of the Statue, da “Harper’s Monthly Magazine”, giugno 1922)
Il delitto di White Pillars (apparso originariamente come Dr. Hyde, Detective, and the White Pillars Murder su “English Life”, gennaio 1925, ristampato poi come The White Pillars Murder su “EQMM”, settembre 1945)
Il giardino di fumo [Mr. Traill] (The Garden of Smoke, da “The Story-teller”, ottobre 1919)
Gli alberi dell’orgoglio (The Trees of Pride, da “The Story-teller”, novembre 1918)
L’uomo che sparò alla volpe (The Man Who Shot the Fox, da “Hearst’s Magazine”, marzo 1921; “EQMM”, luglio 1946)
Il cinque di spade [Paul Forain] (The Five of Swords, da “Hearst’s Magazine”, febbraio 1919; “EQMM”, aprile 1948)
La torre del tradimento [Padre Stephen] (The Tower of Treason, da “The Popular Magazine”, 7 febbraio 1920; “EQMM”, dicembre 1950)

La trama:

Horne Fisher, diplomatico detective: l’uomo in grado di arrivare alla soluzione dei casi più intricati. Cinico e disincantato, Fisher vede la complessità del male che si cela dietro enigmi semplici solo in apparenza. Eccolo indagare sulla morte di un uomo che sembra sia stato divorato dal boschetto davanti a casa, sulla fine di un pattinatore inghiottito dal ghiaccio, su un furto impossibile di un’antica reliquia. Una straordinaria raccolta di racconti da uno dei maestri del mystery britannico.

L’incipit:

Il volto nel bersaglio

Il giovane giornalista e critico Harold March camminava vigorosamente in una vasta brughiera, orlata all’orizzonte dalla frangia boscosa della celebre tenuta di Torwood Park. Era un bel giovanotto vestito di tweed con dei pallidi riccioli chiari e dei pallidi occhi chiari. Camminando nel vento e nel sole in quel paesaggio di libertà, era abbastanza giovane da ricordare le sue idee politiche e da non cercare di dimenticarle. La missione che lo portava a Torwood Park era infatti politica. Doveva incontrarsi con sir Howard Home, il cancelliere dello scacchiere, che intendeva illustrare in un’intervista esclusiva a quel promettente giornalista la sua cosiddetta Finanziaria Socialista. March sapeva tutto della politica, e nulla dei politici. Conosceva l’arte, la filosofia, la letteratura e la cultura in generale, tutto, eccetto il mondo in cui viveva.
All’improvviso quella pianura ventosa e soleggiata era interrotta da uno stretto crepaccio, così stretto da sembrare piuttosto una crepa della terra, ma abbastanza largo da essere percorso da un torrentello che svaniva a tratti sotto un tunnel di fogliame, come in una foresta nana. Harold si sentiva così un gigante in una valle di pigmei, mentre la guardava dall’alto. Quando scese nell’avvallamento, tuttavia, i suoi bordi rocciosi, non più alti di una casetta, lo sovrastarono come se si trovasse dentro a un burrone. Mentre seguiva il ruscello, preso da un’oziosa curiosità romantica, ebbe così un’impressione del tutto opposta, vedendo scintillare a tratti l’acqua tra i grandi massi grigi e i cespugli simili a un verde e soffice muschio. Era come se la terra si fosse aperta e l’avesse inghiottito in un fantastico tunnel di sogno. Quando vide una figura umana lungo il torrente d’argento, simile a un grosso uccello appollaiato su un grosso masso, ebbe come una premonizione. Stava infatti per cominciare la più strana amicizia di tutta la sua vita.
L’uomo stava pescando, o perlomeno aveva l’immobile fissità dei pescatori. Per un momento March lo esaminò come se fosse una statua, poi quella statua si mise a parlare. Era un uomo alto e biondo, languido e cadaverico, con un naso aquilino e degli occhi dalle palpebre pesanti. Quando il volto era oscurato dal largo cappello bianco, i baffetti chiari gli davano un’aria giovanile, ma ora che il panama era posato sul muschio accanto a lui, la fronte prematuramente stempiata e gli occhi incavati davano l’impressione che avesse lavorato tanto a lungo con la mente da avere perennemente mal di testa. Ma la cosa più strana in quello strano pescatore era che non stava affatto pescando. Invece di una canna aveva uno di quei retini che a volte usano i pescatori, ma che è più spesso usato dai bambini per fare raccolta di farfalle e gamberetti. A volte lo immergeva nell’acqua, fissava gravemente la sua messe di fango ed erbacce, poi lo vuotava e tornava a immergerlo.

L’autore:

Nato nel 1874, Gilbert Keith Chesterton studiò alla St Paul’s School e alla Slade School of Art di Londra. Fin dal 1896 lavorò in editoria, collaborò a giornali e riviste, curò collane di classici, si dedicò a conferenze e illustrò libri. Scrittore assai prolifico di poesia, narrativa, teatro e saggistica, è soprattutto famoso per le sue storie di padre Brown. Morì nel 1936.

L.

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