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Prima di darlo via schedo questo numero d’annata de Il Giallo Mondadori“.

L’illustrazione di copertina, come sempre, è firmata da Carlo Jacono.

La scheda di Uruk:

1153. Un caso disperato [Antony Maitland] (Past Praying For, 1968) Sara Woods [7 marzo 1971] Traduzione di Moma Carones
Inoltre contiene il racconto:
Sii brava, scavati la fossa (Kindly Dig Your Grave, da “EQMM”, novembre 1970) di Stanley Ellin

La trama:

Omicidio involontario o uxoricidio premeditato? Il giovane penalista Antony Maitland che veste la toga della Pubblica Accusa si sorprende a concedere, in cuor suo, il beneficio del dubbio alla bella Camilla Barnard che siede dignitosa e distaccata sul banco degli accusati, affermando la propria innocenza a dispetto delle prove schiaccianti a suo carico. Sarà lo stesso Maitland con le sue titubanze, a far pendere la bilancia della giustizia in favore dell’imputata. Così, contro ogni aspettativa, il processo si concluderà con una lieve condanna per omicidio involontario. La carriera forense di Maitland procede con successo e, qualche anno dopo, il destino vuole che egli si ritrovi coinvolto nelle vicende dei Barnard. Ma questa volta, gli tocca il compito di difendere la stessa Camilla da una terribile imputazione. Che cos’è dunque la Barnard? Angelo o demonio? Criminale o vittima? Sara Woods ci presenta una trama affascinante e psicologicamente impeccabile. Attraverso una serie di udienze in tribunale, nelle quali non manca la nota umoristica e attraverso gli intervalli, durante i quali seguiamo Maitland alla ricerca della verità, ci viene rivelata una situazione delle più complesse e aggrovigliate, mentre la vicenda si avvia al colpo di scena finale. Sara Woods ha tutte le carte in regola.

L’incipit:

Capi d’accusa

Il giudice Carruthers percorse l’aula con lo sguardo e rifletté sulla natura umana. Quella ragazza nella gabbia degli imputati, per esempio. Gran bella figliola. Un volto interessante, sensibile. Eppure, se si doveva prestar fede a ciò che stava dicendo il Pubblico Ministero, aveva ucciso suo marito. Il che dimostrava, ancora una volta, quanto fossero ingannevoli le apparenze.
Osservò gli avvocati. Bruce Halloran, che tuonava le sue accuse con estrema sicurezza, era un uomo formidabile, mentre il collegio della difesa non era così ben rappresentato. Si trattava di un ufficio legale di provincia, e Wellesley era senz’altro un tipo a posto. Ma non si poteva paragonarlo a un principe del foro, come Halloran. Petterton, poi, il suo assistente, era del tutto incolore, anche se appariva assai accurato e preciso nei particolari.
Antony Maitland, il giovane assistente di Halloran, era più interessante. Non era la prima volta che compariva in aula al suo fianco. Di solito però faceva parte dpi collegio della difesa. Ora stava ascoltando il suo capo con espressione assente, un distacco troppo bello per essere vero. Al giudice Carruthers sarebbe piaciuto sapere come la pensava lui, in realtà.
Se Maitland avesse potuto leggere nella mente del giudice, forse avrebbe ammesso di sentirsi soddisfatto. Se non fosse stato per suo zio Nick – per l’esattezza Sir Nicholas Harding, un’altra vecchia gloria del foro britannico – che lo aveva spronato a fare quell’esperienza costruttiva, lui non avrebbe accettato. Quel caso lo metteva a disagio, anche se non sapeva spiegarsene il perché. La donna doveva essere colpevole, per forza. A differenza del giudice, lui non la trovava nemmeno bella. Troppo magra e pallida, con quel cappellino che le fasciava la testa e quel severo abito grigio che le dava un’aria di piatto squallore. Solo gli occhi erano interessanti. Tradivano un’intensa sensibilità.
— Non ci sono dubbi circa i fatti — continuò Halloran, un uomo grande e grosso, dal tono autoritario. — Verrà esibita una pianta dell’appartamentino di Hambledon Court in cui alloggiavano l’imputata e suo marito. Secondo la testimonianza del portiere, la coppia è rincasata alle undici e quaranta, la sera del delitto. Udrete anche la testimonianza dei coinquilini accorsi per primi sulla scena del delitto, che hanno visto Richard Barnard bocconi sulla soglia, con un proiettile nella schiena. Questo dimostra che lui stava uscendo. Sua moglie era sulla porta della camera da letto, alle sue spalle, e sul pavimento, ai suoi piedi, c’era la pistola.
A questo punto, Maitland lanciò un’occhiatina a Wellesley, l’avvocato difensore, e notò che aveva un’aria piuttosto scoraggiata. Halloran, vecchia volpe, intendeva appunto togliere all’avversario con la sua arringa ogni possibilità di presentare una tesi accettabile; voleva metter subito l’imputata in una luce sfavorevole, schiacciarla sotto un cumulo di indizi incriminanti, influenzare la giuria. Procedette implacabile:
— Gli esperti della polizia hanno affermato che il colpo è stato sparato più o meno dal punto in cui si trovava la signora Barnard. E i vicini confermeranno di non aver trovato alcuna traccia di intrusi nello stabile o nei paraggi, per quanto si siano affrettati a guardare dappertutto. Lo stesso portiere nega che nella casa siano entrati degli estranei. La conclusione mi sembra ovvia, signori della giuria.
Difficile non guardare l’imputata. Tutti la stavano fissando infatti, salvo Halloran, spronato dalla propria natura combattiva a tirare avanti, a caricare a testa bassa come un toro nell’arena. Lui non si curava di osservare l’effetto che le sue parole facevano sulla giovane donna.
Maitland intuì che Camilla Barnard non aveva molte speranze. Chissà perché aveva ucciso il marito? Che tipo d’uomo era stato Richard Barnard?

L.

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