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DelittiCameraChiusaSuper-mega-chicca trovata abbandonata e dimenticata su uno scaffale ammuffito, subito acciuffata dalle mani del Bancarellonauta: un’antologia mitica curata da Marco Polillo per il Club degli Editori nel 1978.
La deliziosa illustrazione di copertina di Richard Browner presenta “I delitti della camera chiusa”.

ATTENZIONE, questa è una edizione UNICA (di cui non si conoscono riedizioni) che non va confusa con i vari delitti DELLA camera chiusa: questi sono NELLA camera chiusa…

La scheda di Uruk:

I delitti nella camera chiusa, a cura di Marco Polillo – Club degli Editori (1978)
Prefazione di Marco Polillo
Il pugnale di alluminio [Dottor John Thorndyke] (The Aluminum Dagger, da “Pearson’s Magazine”, marzo 1909) di R. Austin Freeman – Traduzione di Andrea Terzi
Morte di un Arlecchino [Harley Quin] (apparso originariamente come The Dead Harlequin su “Detective Fiction Weekly”, 22 giugno 1929, ristampato poi come The Man in the Empty Chair su “EQMM”, gennaio 1955) di Agatha Christie – Traduzione di Guido Bezzola
La tragedia in casa Coe (The Kennel Murder Case, da “Cosmopolitan”, da novembre 1932 a febbraio 1933) di S.S. Van Dine – Traduzione di Enrico Piceni
Un colpo di fucile [Dottor Gideon Fell] (Till Death Do Us Part, [1944] “Liberty”, 17 febbraio 1945) di John Dickson Carr – Traduzione di Marco Polillo
Da un altro mondo [Il Grande Merlini] (From Another World, da “EQMM”, giugno 1948; aprile 1991) di Clayton Rawson – Traduzione di Attilio Veraldi

La trama:

Il lettore troverà in questa raccolta autori che parlano da sé. Sono R. Austin Freeman con Il pugnale di alluminio, Agatha Christie con Morte di un arlecchino, S.S. Van Dine con La tragedia di casa Coe, John Dickson Carr con Un colpo di fucile, infine Clayton Rawson con Da un altro mondo. Due romanzi e tre racconti della migliore produzione anglosassone, scritti fra il 1909 e il 1948: quarant’anni d’oro del giallo, quarant’anni caratterizzati da una prestigiosa raffinatezza tecnica e da una bravura letteraria rimasta, sotto più di un aspetto, insuperata. Caratteristica curiosa e stimolante di questa raccolta è la mancanza pressoché totale di un ingrediente per solito peculiare di questo genere letterario: la violenza. Qui si sono privilegiati diversi criteri di scelta. La materia è trattata sul filo costante della dialettica, della sottile intuizione psicologica. Una scherma sempre emozionante, sempre vivacemente combattuta ma non a sciabolate, bensì con abilissimi giochi di fioretto.
Un festival di detective celebri, dal Dottor Thorndyke a Gideon Fell a Philo Vance, per citarne alcuni. Personaggi classici che hanno conquistato almeno due generazioni di lettori.

L.

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