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Un saggio d’annata nella mitica collana “I Libri Pocket” (Longanesi).

La scheda di Uruk:

615. I buchi neri (Black Holes, 1973) di John Taylor (10 maggio 1977) Traduzione di Marika Boni Grandi

La trama:

I Buchi Neri, forme estreme della materia, vengono a costituirsi quando una stella di massa considerevole ha esaurito tutto il suo «combustibile» è conseguentemente non può che ripiegare su se stessa, attraendo ogni forma di luce emessa nella sua direzione e impedendone per sempre la riemissione. Molto probabilmente i cieli sono disseminati di queste singolarità spaziali, ma anche la presenza di una sola di esse porterebbe un duro colpo alle aspirazioni future di tutta l’umanità. Ogni oggetto, qualunque sia la sua distanza da un Buco Nero, è destinato infatti a venirne inesorabilmente fagocitato per incontrare poi la «morte» una volta raggiunto il centro; e ciò rappresenterebbe la fine dell’uomo e dell’intero universo. L’autore di questo libro, docente di matematica presso l’Università di Londra e già titolare della cattedra di fisica presso l’Università di Southampton, non si limita soltanto a indagare in modo molto avvincente in un campo della scienza non ancora esplorato a fondo, ma cerca inoltre di offrirci, con linguaggio accessibile anche al profano, una visione problematica dell’avvenire del nostro pianeta. Non è ancora necessariamente il momento di stilare il testamento dell’umanità, ma è indispensabile cominciare fin d’ora a tenerci pronti per qualsiasi eventualità

L’incipit dell’Introduzione:

Questo libro tenta di spiegare una delle più importanti conquiste scientifiche del nostro secolo, quella relativa ai «Buchi Neri». All’interno di questi «oggetti» (costituiti dalla metamorfosi di stelle a un tale stato di condensazione che nulla, neppure la luce, può essere emanato dalla loro superficie) sembra che le leggi fondamentali che regolano l’Universo cessino di esistere, assieme ai concetti di tempo e di spazio.
I «Buchi Neri» non si limitano a gettare lo scompiglio in campo scientifico, ma mettono anche in discussione molti concetti fondamentali che l’uomo ha da sempre nutrito sul mondo che lo circonda e sul posto da lui occupato nello stesso. Le conseguenti implicazioni coinvolgono sia la scienza che l’umanità e il suo incessante tentativo di combattere l’ignoto e di dare una risposta razionale agli interrogativi sulla vita e sulla morte, sulla sostanza animata e inanimata.
I «Buchi Neri» ci pongono a faccia a faccia con i misteri del mondo. Ecco perché i primi tre capitoli di questo libro tentano di inquadrare esattamente tali misteri e il modo migliore di affrontarli mentre nei capitoli seguenti si parla dei «Buchi Neri» discutendone l’evidenza e spiegando come sia possibile sfruttarli quali fonti di energia. Si cerca, poi, di gettare un’occhiata ai loro orrori e alle loro meraviglie: la fine di intrepidi esploratori nel loro interno non è che un aspetto di miriadi di possibilità le quali ci schiudono la visione di viaggi nel tempo e di puntate in altre dimensioni.
A questo punto diviene chiaro come le idee nate dalle considerazioni sui «Buchi Neri» possano dar adito a nuove supposizioni sul principio e la fine dell’Universo nonché fornire una risposta a numerosi interrogativi del passato.

L’incipit:

L’uomo, da quando ha cominciato a pensare, ha sempre fatto oggetto di culto quanto non riusciva a capire e col passare dei millenni è venuto a sapere di più sul mondo che lo circondava. Ha persino sperato, nei momenti di maggior ottimismo, di giungere a comprendere tutto. E ora si trova dinnanzi all’estremo ignoto, a qualcosa che non arriverà mai a penetrare finché manterrà l’attuale struttura fisica: questo estremo ignoto è rappresentato dai «Buchi Neri». Per quanti sforzi faccia, l’uomo non potrà più uscire da questa «cosa» mostruosa, una volta entratoci, né sarà in grado di capire cosa in essa va succedendo, atterrito da un viaggio senza ritorno.
In passato il fascino del mistero ha sempre portato con sé distruzione e rovina. Quindi in che posizione ci porremo di fronte ai Buchi Neri? Dovremmo farne oggetto di culto, sia pure da lontano, o dovremmo cercare alfine di indagare seriamente sulla loro natura?
Le conoscenze sempre crescenti sono state acquisite nel corso di secoli solo grazie a un lavoro costante e paziente degli scienziati, gli sforzi dei quali sono stati coronati dal successo a tal punto che la nostra vita ne è risultata mutata al di là di ogni più ardita supposizione grazie all’applicazione tecnologica di molte loro scoperte. Dalla culla alla tomba i risultati delle conquiste scientifiche vengono utilizzati per creare un confortevole ambiente artificiale atto a proteggere l’uomo dalle intemperanze della natura, come se questi uscisse dal ventre della madre per entrare in un altro alvo artificiale, creato dagli scienziati.

L.

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