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Prima di darlo via, schedo questo vecchio numero di “Segretissimo” (Mondadori) dell’èra di Laura Grimaldi.

Il romanzo fa parte della storica collana francese “Espionnage” (Fleuve Noir).

L’illustrazione di copertina è firmata dal consueto Carlo Jacono.

Gli archivi di Uruk:

422. Kovask: la spia errante (Coup de vent pour le Commander, 1971) di G.J. Arnaud [30 dicembre 1971] Traduzione di Sarah Cantoni

La trama:

Dopo Convogli sospetti, Tra il dire e il fare e Flipper avanti tutta, torna il Comandante Kovask, il «marinaio di ventura» dell’intrigo internazionale, la spia errante del servizio segreto navale. In Europa, e soprattutto in Spagna, vengono praticamente eliminati tutti i gruppi di studio e gli impianti di produzione di materiale strategico della Marina militare. È evidente che deve trattarsi di una manovra di elementi decisi a impedire eventuali scambi con i paesi orientali. Kovask, incaricato di risolvere il pericoloso mistero, parte per la Spagna, dove organizza una trappola che però non dà i risultati sperati. Il Comandante non si scoraggia e, seguendo alcuni indizi, parte per l’Argentina. Qui, riesce a infiltrarsi nel covo dell’organizzazione nemica, ma non a scoprire chi è il Cervello che tira le fila della gigantesca manovra politica. Da Buenos Aires a New York il passo non è breve, forse, ma in questo caso è quantomeno d’obbligo. E così, il Comandante si trova nella metropoli americana, pronto a tirare le somme della sua lunga avventura. Ma prima di riuscire a chiudere in attivo il bilancio della missione, dovrà affrontare dei pericoli magari prevedibili, ma non per questo meno agghiaccianti. Arnaud si riconferma qui scrittore di indubbie qualità, e il protagonista dei suoi romanzi, il Comandante Kovask, si fa strada rapidamente in mezzo ai personaggi della spy-story, portandosi decisamente ai primissimi posti della classifica del successo. Nella hit-parade delle spie, si è già piazzato, questo è certo.

L’incipit:

Della macchina carbonizzata, a prima vista una Chevrolet, non restava che una carcassa metallica deformata dall’urto e dal calore. Si distinguevano perfettamente i corpi delle tre vittime in quella specie di gabbia. Due davanti, uno dietro.
— Ma quelli erano nani! — esclamò qualcuno.
— Le proporzioni di un uomo bruciato si riducono di un quarto, a volte anche di un terzo — spiegò il commodoro Gary Rice.
Seduto vicino al televisore del circuito interno sul quale apparivano le fotografie, Kovask osservò che il passeggero del sedile posteriore aveva tentato di sottrarsi al rogo. Dopo aver abbassato il vetro, aveva cercato di passare attraverso l’apertura, ma la morte lo aveva colto nel momento stesso in cui stringeva il montante della portiera con la mano sinistra. Quella che ora sembrava la mano di una scimmia.
— Il conducente si chiamava Pedrez, il suo vicino Lowey e l’altro Morelli. Appartenevano a un’importante società di studi e ricerche di mercato con sede a New York nella Quinta Strada.
Continuando a parlare, il commodoro Gary Rice si alzò per avvicinarsi allo schermo e puntò il dito sui cadaveri.
– Pedrez era l’agente di quella società in Spagna. Gli altri due erano esperti europei. Gente che conosceva a fondo il mestiere, tutti molto apprezzati dai loro direttori. Al momento dell’incidente, avvenuto nei pressi di Barcellona, stavano sondando la Spagna per conto della Industriai Fluids American Company che il signor Borow rappresenta qui.
La persona nominata dal capo del servizio Action dell’O.N.I. era un tipo alto e molto corpulento. Calvo, la faccia accuratamente rasata, lo sguardo gelido, possedeva un’innata autorità unita a un fascino inquietante. Chinò bruscamente la testa in segno di assenso, poi parlò con voce limpida e forte.
— È esatto. Morelli era il capo dell’“équipe” e lavorava per me da alcuni mesi. Poiché le prime informazioni mi avevano soddisfatto, gli avevo chiesto di approfondire l’inchiesta che è costata un capitale alla mia società e purtroppo i risultati sono andati perduti. Impossibile per noi ricominciare l’esperimento. La società di “marketing”, che non garantisce mai i risultati, si trincera fermamente dietro le clausole del contratto.
— Dunque, per il momento, voi rinunciate ad installarvi in Spagna – disse l’inviato del Dipartimento di Stato, un giovane di una trentina d’anni vestito sobriamente.
Borow rispose che l’esperimento non avrebbe potuto essere ripreso prima di due anni.
— Veniamo adesso all’altro affare — disse Rice. — Riguarda gli stabilimenti Dampsey che costruiscono motori elettrici e gruppi elettrogeni. Il signor Dampsey figlio è fra di noi e vi spiegherà lui stesso tutta la storia.
Venticinque anni, magro e visibilmente nervoso, Jack Dampsey arrossì un poco, ma dimostrò fin dall’inizio della sua esposizione di essere già abituato a quel genere di conferenze. La sua voce era chiara, decisa.
— Desideravamo impiantare una succursale in Portogallo, sperando anche di fame un centro che coprisse in seguito tutta l’Europa. Ma ci occorreva un attento studio di un mercato di cui non conoscevamo le possibilità. Assumemmo quindi una squadra che aveva già lavorato per noi in Africa alcuni anni fa e che ci aveva dato molte soddisfazioni. Quei quattro uomini si sono dati da fare senza sosta per un anno; non solo in Portogallo, ma in Spagna, in Italia, in Francia e in Germania. I rapporti settimanali erano soddisfacenti, ma non ricevemmo mai l’incartamento completo. La squadra si serviva di un aereo commerciale che si è schiantato sui Pirenei in una località deserta. Ci vollero alcune settimane per ritrovare il relitto. Ma quando finalmente lo trovammo era stato saccheggiato da sconosciuti, e della nostra pratica non si è trovata traccia.
Il giovane fece una breve pausa, poi aggiunse:
— Perdita netta per noi, un milione di dollari.
La cifra fece sussultare i presenti, e l’alto funzionario manifestò il suo stupore in tono un po’ scettico:
— Un milione? Com’è possibile investire una simile somma in un semplice lavoro d’inchiesta?
— Non posso entrare in particolari, ma per questo genere di lavoro l’informazione ha un prezzo molto alto. Informazione commerciale, naturalmente, che però comporta anche dati riguardanti personalità influenti. È indispensabile, se non si vuole andare incontro a un insuccesso. Non dimenticate che avevamo sondato anche tutta l’Europa. Una semplice agenzia in Portogallo non ci bastava.
— Se ho ben capito — osservò il rappresentante di una società edile — era più di uno studio di mercato, era già l’installazione di una rete di vendita?
— In effetti — ammise Dampsey. — Le promesse erano così allettanti che abbiamo bruciato qualche tappa e forse siamo andati troppo in fretta. Avevamo completa fiducia in quell’“équipe” eccezionale, e del resto ho avuto io stesso occasione di constatare, recandomi frequentemente in Europa, che il loro lavoro era perfetto. Purtroppo, scomparsi loro, nessuno mantiene la parola. I funzionari, gli eventuali acquirenti non ci conoscono più. Abbiamo assunto dei legali del posto, ma la procedura serve solo a far sparire le ultime tracce.
— A proposito di quell’incidente aereo — intervenne Kovask — noi non abbiamo che alcune fotografie del relitto ricoperto di neve. Quali sono le conclusioni dell’inchiesta condotta dalla polizia spagnola?

L.

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